Il Castello di Musso fù certamente edificato in epoca preromana, data la sua posizione strategica dominante il lago e lo sbocco della Valtellina e la Val Chiavenna. Musso si trovava sulla strada militare che da Como portava alla Retia e al centro Europa, passando per i passi Settimo, Maloja, Spluga e Julio. Utilizzato dai romani come sbarramento alle invasioni barbariche fù occupato poi dai Goti e dai Longobardi. È probabilmente di questo periodo l’edificazione, all’interno del forte, di una chiesa dedicata a San Childerico, cambiata poi in Santa Eufemia solo in epoca tardo medioevale.
Prime notizie ufficiali si hanno solo nel 1335 dove, da una documentazione riguardante la Strada Regina, si accenna al passaggio sotto un portico del castello di un certo Jacopo Malacrida.
In una sentenza del 1472 apprendiamo che i Malacrida furono accusati dal Duca di Milano di tradimento per aver eseguito ampliamenti al forte senza permesso. Dalle lettere di supplica dei Malacrida per riavere il feudo di Musso si rivendicano le spese sostenute per la costruzione di nuovi edifici ed abitazioni all’interno del castello, all’altezza del terrazzamento vicino alla chiesa di Santa Eufemia.
Fu solo nel 1508, con la reggenza del Maresciallo Gian Giacomo Trivulzio, che si iniziarono grosse opere di fortificazione. Il sempre più diffuso uso delle artiglierie nei combattimenti rendeva necessario un adeguamento degli stessi castelli, per reggere meglio agli assalti con queste terribili nuove armi. L’ampliamento del castello fù portato però a termine dal suo più illustre possessore: Gian Giacomo Medici.
Del castello abbiamo alcune mappe, eseguite però solo dopo la sua distruzione, fra l’altro non riportano traccia degli edifici che vi si trovavano al suo interno. Solo nel palazzo di Melegnano, ultima dimora del Medici, troviamo degli splendidi affreschi anche del Castello di Musso.
Possiamo però, con una certa attendibilità, delinearne la sua fattura:
Dalla cima al lago le mura erano munite di artiglierie, occultate da grosse pietre tagliate a tetragono, si aprivano nel momento del bisogno scatenando una forza di fuoco considerevole.
La mole del castello di Musso è più volte citata in alcune cronache degli emissari della Repubblica di Venezia che lo definiscono “una delle cose più grandi che vi siano nel Ducato di Milano e la sua flotta potrebbe veleggiare sicura e temuta anche sui mari”. Di tutta questa imponenza oggi rimane ben poco, la distruzione da parte dei grigioni nel 1532 e lo sfruttamento poi delle cave di marmo hanno quasi cancellato ogni traccia di torri, baluardi e castelli; è arrivata a noi solo la chiesetta di Santa Eufemia.
1335 | Si hanno le prime notizie sull'esistenza del castello di Musso. |
1406 | Giovanni Malacrida detto il Rosso viene investito da Giovanni Galeazzo Visconti del feudo di Musso. |
1447 | Riconferma del feudo da parte di Filippo Maria Visconti ad Emanuele Malacrida. |
1472 | Processo contro i Malacrida intentato dagli abitanti di Pianello che vantavano la loro indipendenza nei loro confronti. I Malacrida vennero scacciati dal duca Galeazzo Sforza e sostituiti dai Cotignola. |
1495 | Biagio Malacrida rientra in possesso del feudo di Musso dopo la grazia di Lodovico il Moro. |
1508 | Biagio Malacrida dona il castello al maresciallo di Francia Gian Giacomo Trivulzio. |
1516 | Biagio Malacrida riottiene il feudo di Musso e il castello. |
1518 | Muore il Trivulzio. |
1522 | Sconfitta dei Francesi alla Bicocca. |
1523 | Conquista del castello da parte degli Spagnoli. |
1523 | Gian Giacomo Medici, detto “il Medeghino”, ottiene il castello con l'inganno. |
1525 | Il Medici viene investito ufficialmente della castellania di Musso dopo la battaglia di Pavia. |
1532 | Sconfitta del Medici nella guerra di Musso; gli viene concesso dopo trattative il feudo di Melegnano. |
1532 | Il castello viene abbattuto dai Grigioni. |
1532 | Il feudo di Musso ritorna ai Malacrida in persona di Nicolò, figlio di Biagio Malacrida. |
1614 | I Malacrida vendono il feudo di Musso a Fabrizio Bossi. |
1701 | Una piccola parte del castello viene ricostruita ed adibita a pretura Spagnola in appoggio al vicino forte di Fuentes. |
1722 | Inizia la controversia territoriale tra Dongo e Musso. |
1753 | Si conclude la controversia con la vittoria del comune di Dongo: il castello non è più di Musso, ma si accerta la proprietà territoriale di Dongo. |
1846 | Ultimo atto scritto relativo alla famiglia Bossi. |
1858 | Il nobile Giovanni Manzi, proprietario del terreno dal porto alla chiesa di S. Eufemia, lo trasforma in un giardino esotico. |
1859 | La proprietà dei ruderi del castello nella parte alta è in parte del Sig. Lillia Ferdinando e del Sig. Greppi Ambrogio. |
1883 | Donna Giuseppina, nipote del Manzi, diventa proprietaria del Giardino del Merlo. |
1900 | Il terreno dalla chiesa sino alla parte alta diventa proprietà dell'avv. Valenti Ercole. |
1906 | Il Valenti vende all'ing. Fossati. |
1910 | Il Ministero della Pubblica Istruzione vincola gli avanzi del castello con la chiesa di S. Eufemia. |
1922 | L'avv. Valenti vende al rag. Luigi Scalini. |
1927 | Si costituisce la ditta Scalini. |
1930 | Seconda controversia territoriale tra il comune di Dongo e Musso. |
1934 | Si conclude la controversia con lo spostamento dei confini verso Dongo. |
1945 | Muore la Donna Giuseppina Manzi ed ereditano i cugini Orombelli. |
1946 | Gli Orombelli vendono alla soc. Scalini di Milano che intensifica pesantemente l'estrazione del marmo. |
1960 | La società Scalini fallisce. |
1967 | I Sig. Gusmeroli e Colturri Bartolomeo comperano l'intero terreno su cui sorgeva anticamente il castello, dal Tribunale di Milano in seguito al fallimento della soc. Scalini. |
1977 | Il Sig. Gusmeroli vende la sua metà alla Signora Blotto Emilia, coniuge del Sig. Colturri. |