La storia della seta si perde nella memoria dei tempi e delle leggende di luoghi lontani. Dove e quando fù prodotto per la prima volta il prezioso tessuto, nessuno riesce ad affermarlo con certezza. Misteriosa l'area geografica in cui il baco è comparso ed è stato allevato: India o Cina? Misterioso pure il tempo in cui questo è accaduto…
La tradizione attribuisce ai Cinesi il primato della lavorazione della fibra prodotta dal baco. Intorno al 2640 a.C. l'imperatore Huang-Di, desiderando che la sua legittima consorte Xi-Ling-Shi contribuisse alla fortuna del suo popolo, la incaricò di esaminare i bachi da seta per poterne sfruttare la fibra. L'imperatrice riuscì a selezionare la qualità migliore e a produrre la seta per straordinari abiti. Da allora le imperatrici della Cina divennero le protettrici della bachicoltura e dell'industria della seta. Norme severissime ne tutelavano i segreti che tuttavia riuscirono a passare oltre i confini cinesi.
Nel III secolo d.C. l'industria della seta raggiunse il Giappone; e già nel II secolo a.C. era nota la via della seta che univa la Cina al Mediterraneo.
L'allevamento del baco da seta è strettamente collegato alla coltivazione del gelso, alimento essenziale del bombice. La leggenda secondo cui l'imperatore Giustiniano aveva inviato segretamente in Catai (Cina) dei monaci che al loro rientro portarono, nascosti in un bastone cavo di bambù, semi di gelso e uova di baco da seta, và letta in modo diverso, intendendo che bisognò prima coltivare i gelsi e quindi, quando gli alberi fossero già sviluppati, avviare l'allevamento dei bachi.
Le importazioni perciò furono diverse e in tempi successivi: certi grossi interessi sia economici che scientifici si muovevano intorno al prezioso tessuto. Aristotele descrisse un “grosso verme che ha le corna”, passa attraversa diverse mute e produce un bozzolo che le donne dipanano ricavandone un filo da tessere, che però non è il filo di seta cinese conosciuto in Grecia attraverso i commerci anche indiretti con l'Oriente.
A Roma al tempo di Pompeo era conosciuta e utilizzata la seta cinese. Giulio Cesare possedeva abiti di questo tessutoche, lucido e leggero alle matrone romane, avvezze ai tessuti grezzi e pesanti, dovette apparire un miracolo. Durante l'impero la seta costava quasi al peso d'oro. Tiberio e Tito ne proibirono l'uso agli uomini e, al tempo di Aureliano, fù proibita anche alle donne perchè troppo trasparente. In Oriente la prima manifattura di seta fù impiantata a Costantinopoli sotto la protezione della stessa imperatrice Teodora (497-548), moglie di Giustiniano.
Nel XII sec., il re normanno Ruggero II aveva introdotto l'arte della seta in Sicilia sfruttando le conoscenze di esperti schiavi ebrei fatti prigionieri nel Peloponneso. a Messina nel XIII sec. si diceva che vestivano di seta “homines vilissimi” e di seta erano anche le gualdrappe dei cavalli e dei cani. Così come per la poesia, la produzione della seta passa in Toscana, a Lucca, e di quà a Firenze, Pisa, Bologna, Venezia e in varie città del Piemonte. Nell'Italia meridionale molti centri, tra cui S. Leucio in Campania e altri in Calabria più o meno famosi, producono seta di buona qualità e tessuti serici pregiati famosi.
Nel tardo Medievo la bachicoltura e la produzione della seta è sviluppata nell'Italia settentrionale, in Francia e in Spagna. In Lombardia Filippo Maria Visconti riuscì nel 1442 ad introdurre l'arte della produzione e della lavorazione della seta che in seguito anche gli Sforza protessero e potenziarono con numerosi interventi e provvedimenti di tutela del prodotto serico1). I tintori lombardi divennero ben presto famosi in tutto il mondo, richiesti dai grandi produttori stranieri di seta: gli Inglesi li vollero per migliorare la qualità della loro produzione in Oriente. Molti filatori, tintori… lombardi emigrarono segretamente nelle Indie.
Nel 1800 la seta prodotta in Italia, in particolare in Lombardia, ha raggiunto alti livelli qualitativi: apprezzata in tutto il mondo, diventa simbolo del benessere raggiunto di cui la borghesia, classe emergente nella società del tempo, fà grande uso e sfoggia nei luoghi di prestigio. La produzione di seta aumenta a dismisura: anche i territori agricoli di Como e Lecco cambiano fisionomia e i gelsi conquistano sempre nuovi spazi, alterando talvolta in modo negativo la produzione agricola e il paesaggio del Lombardo-Veneto per fornire la preziosa materia ai fabbricanti di Milano. Con un certo ritardo rispetto a Milano, la produzione e lavorazione della seta giunge poi a Como: i livelli divennero presto di altissima qualità, superando di gran lunga non solo i vicini milanesi, ma anche tutti gli altri produttori.
Il baco da seta una volta era presente in molte più regioni d'Italia: il suo allevamento affiancava il lavoro nei campi dei contadini nella stagione primaverile. Impegnava tutta la famiglia, dai più piccini agli anziani. In tutta Europa, una volta, le contadine facevano schiudere le uova di baco da seta col calore del corpo mettendole al petto; per la cova era necessario un tessuto di lino non nuovo ma piuttosto consunto, più morbido.